TESTIMONIANZE

Essere Doula di una mamma equilibrista

Trascorriamo il tempo chiacchierando, F. ed io, perché di questo ha bisogno e di niente altro. E' un'ottima mamma, anche se forse lei crede l'opposto. Ha quella gestualità spontanea, quelle mani sagge e grandi, quell'intuitività puntuale, e il suo bambino le sorride sempre.
Chiacchieriamo, e lei mi dice: "I bambini italiani sono così bravi... dormono nella culla e non mangiano continuamente". Mentre si lamenta dei bambini nordafricani, distende sul divano una stola, solleva il suo bimbo e se lo mette come un piccolo aeroplano sulla schiena, lei reclinata in avanti, lui con le piccole braccia aperte e un sorriso enorme. 
Sento un sudore freddo su per la schiena, e ogni muscolo del mio corpo tesissimo, pronto a scattare per afferrare al volo il piccolo aeroplanino.
F. continua a elencare i pregi dei bambini italiani (dormono tanto, non vogliono stare sempre in braccio), passa disinvolta la fascia sopra il piccolo e se la lega appena sopra il seno, un seno da mamma. Mi impongo di resistere alla tentazione di offrirle una mano, perché lei sa quello che fa e io non voglio realmente aiutarla: ho solo una paura terribile che quel piccolo aeroplano vada giù in picchiata.
Ma il piccolo continua a sorridere, come se stare in bilico lì, sulla schiena della mamma, fosse il luogo più speciale del mondo, e allora penso che non c'è da aver paura: un bambino spaventato piange o trattiene il respiro, un bambino un istante prima di rovinare a terra non sorride estasiato.
F. si accorge della gioia del suo piccolo e mi dice: "Vedi? A lui piace stare così".
"Sì, F., lo vedo".

(La stola usata da F. è una stola simile come dimensioni a quelle indicate di solito come "Fascia corta").

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Silvia G.: Una VBAC è possibile!!!!

Lieta di darvi la mia testimonianza perchè non finirò mai di ringraziare Loredana per avermi aiutata ad avere la seconda bimba con parto naturale dopo il mio cesareo da incubo.
La prima bimba, Giorgia 4 anni è nata con un parto da incubo a settembre del 2007: parto indotto per afi ridotto alla 42 settimana, dopo la sommonistrazione di due gel e dopo 24 ore di travaglio, senza che nessuno venisse anche solo a chiedermi come stavo. Ero abbandonata a me stessa, il mio compagno aspettava una telefonata a casa (volevo affrontare il travaglio da sola perchè avevo paura delle mie reazioni e non sapevo come l'avrei affrontato convinta che comunque qualcuna ci fosse con me in ospedale…povera illusa) mi ero dilatata di soli 3 cm e ormai, stremata dalle forze, imprecavo il cesareo senza sapere a cosa andavo incontro. Poi c'è stata la sofferenza fetale della bimba e mi hanno portata di corsa in sala operatoria per un cesareo d'urgenza. La bimba l'hanno dovuta rianimare perchè aveva ingerito il meconio ma poiché nell’ospedale dove ero non c’era una neonatologia (purtroppo quando avevo deciso di partorire in quell’ospedale non avevo pensato di averne bisogno perché come al solito, si spera sempre vada tutto bene….) La bimba l’hanno dovuta trasportare al Niguarda in terapia intensiva dove ha seguito tutto l'iter (cura antibiotica, encefalogra, emocoltura, urinocoltura ect...) e ricoverata per 12 giorni. Giorgia per fortuna sta bene anche se i controlli periodici sono andati avanti per qualche anno.
Quando però dopo soli 17 mesi ho saputo di essere di nuovo incinta e la sola idea di un altro cesareo mi spaventava e non immaginavo neanche lontanamente che si potesse partorire naturalmente senza il pericolo di una rottura dell'utero e di una emorragia. Per fortuna ho conosciuto Loredana, una doula, una figura per me nuova a cui mi sono affidata totalmente. Ho pensato che una persona che mi accompagnasse durante questo momento così particolare poteva essermi d’aiuto visto anche le paure dovute all’esperienza precedente. Loredana mi ha semplicemente informata che un parto vaginale dopo un cesareo non era impossibile (comunque era passato + di un anno) e mi ha suggerito alcune letture apposite sull’argomento che raccoglievano le esperienze di donne precesarizzate che hanno poi partorito naturalmente e questo mi ha convinto del fatto che fosse la cosa migliore per me e per la mia bambina. Mi ha detto di parlarne meglio anche con un ostetrica che avrebbe potuto seguirmi durante il parto dandomi così la sicurezza di non essere lasciata mai sola e comunque con competenze mediche che erano in grado di tranquillizzarmi sulle mie paure.
Ho partorito Ludovica al San Gerardo di Monza, una struttura ospedaliera con una neonatologia in grado di intervenire, in caso di necessità, in tempi brevi. La mia seconda bimba è nata dopo sole 6 ore di travaglio e 20 minuti di spinte. C'era con me un'ostetrica privata (purtroppo non era possibile avere la mia doula al fianco perché volevo anche mio marito…..:-() che è rimasta al mio fianco dall'inizio alla fine senza farmi passare da un’ostetrica all’altra come è successo durante i 3 turni che ho visto durante il primo parto. Loredana invece mi ha seguito soprattutto nei giorni seguenti aiutandomi nell'allattamento (cosa che non era stata possibile con la prima bimba) e nell’aiuto con la bambina più grande. La cosa invece che mi ha deluso dell’ospedale è stata l’assistenza ricevuta subito dopo il parto perché da una struttura come il San Gerardo che si vanta tanto di promuovere l'allattamento al seno, in pratica poi non mette le ostetriche a disposizione delle mamme, (certo dipende anche molto da chi capita in quel momento in reparto) comunque, se sei fortunata vieni seguita, altrimenti ti devi arrangiare. C'era una mamma in camera con me, cesarizzata, che faceva una fatica tremenda per tentare l'allattamento e solo dopo ripetute richieste è stata aiutata. Dopo qualche giorno dalle dimissioni ti fanno un mini corso teorico e pratico però ormai sono già passati come minimo 4 giorni e nel frattempo o hai imparato da sola, o hai una doula vicina che ti aiuta, oppure sei già passata al latte artificiale per la disperazione.
Comunque sono convinta che se anche per la mia prima esperienza avessi avuto una figura come la doula o un’ostetrica privata avrei potuto evitare il cesareo e cosa ancora più importante, avrei evitato il rischio di perdere mia figlia. Ringrazio però Loredana non solo per il supporto continuo prima e dopo il parto ma per avermi dato l’occasione di informarmi sulla possibilità di un parto naturale dopo un cesareo che ha cambiato tantissimo la mia visione di parto e sicuramente ha giovato alla mia seconda bambina.

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Federica Petra mamma di Edoardo Ismaele

Ho sentito parlare di doula per la prima volta qualche mese prima del parto, imbattendomi per puro caso in un articolo sul tema. Mi sono subito incuriosita e ho cercato maggiori notizie in rete, per capire un po' meglio di cosa si trattasse. Più mi informavo, più mi rendevo conto che affidarmi a una doula sarebbe stato il modo migliore per affrontare con serenità quel "post partum" che tanto mi spaventava. E così mi sono decisa: ho contattato un'associazione, ho spiegato quali fossero le mie esigenze e ho incontrato Simona, la doula che poi mi ha seguita dopo la nascita di Edoardo.
Per me è stata un'esperienza meravigliosa perché mi ha aiutata a prendere contatto con il mio istinto di mamma, facendomi scoprire capacità che mai avrei immaginato di avere. Si è trattato di un vero e proprio percorso di "consapevolezza", per così dire.
Simona non solo mi ha dato preziose dritte nella gestione delle questioni pratiche, certamente molto rilevanti, ma mi ha anche aiutato ad acquistare sicurezza con il bimbo, facilitando un rapporto empatico con lui; mi ha insegnato a distinguere i vari tipi di pianto e a fidarmi del mio istinto di mamma, mi ha suggerito letture che mi hanno fornito approcci alternativi rispetto alle piccole difficoltà quotidiane, mi ha fatto vedere che esistono infinite soluzioni e che ogni mamma deve fare quello che ritiene meglio per il proprio cucciolo, a prescindere dal giudizio altrui, mi ha aiutata a gestire l'ansia e a considerare le cose con calma per individuare l'origine e la causa del problema...
Sarei riuscita a fare tutto questo anche da sola? Probabilmente sì, ma in più tempo e con maggiori difficoltà ed ansie. La presenza di Simona ha reso facile e sereno il ritorno a casa dall'ospedale e mi ha consentito di iniziare immediatamente a vivere la maternità con grande gioia.

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Cinzia mamma di Riccardo: La doula, una luce

Il 12 settembre e' nato il mio piccolo principe Riccardo. Un bimbo tanto desiderato arrivato a 39 anni.
Loredana e' stata il mio angelo custode. Sempre in ascolto fin dai primi mesi di Riccardo nel pancione, pronta a calmarmi prima di ogni visita, vicina il giorno del parto: un cesareo su richiesta che non ha giudicato ma rispettato.
La doula mi ha attaccato Riccardo al seno fin dai primi minuti di vita, piangeva ed era spaventato ma si e' calmato subito. Mi sentivo serena, tranquilla, sapevo che c'era lei e il mio compagno.
La mattina puntuale arrivava in ospedale a darmi un supporto anche psicologico, ad ascoltare i miei sfoghi, i nervosismi misti alle gioie, le visite sfiancanti di amici e parenti.
E poi a casa, un aiuto prezioso che attendevo con ansia la mattina perche' uno dei pochi concreti che ho avuto.
Per me la doula e' stata una luce che ha illuminato i giorni piu' belli della mia esperienza di mamma, un'avventura dura e al tempo stesso magica che continua a gonfiarmi il cuore.

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Antonella mamma di Eleonora

La mia gravidanza è stata esattamente come avrei voluto, anzi meglio!  Nonostante tutto quello che avevo sentito raccontare,  è stata un idillio, soprattutto dal punto di vista fisico. Molte mamme si sono premurate di farmi sapere quali sarebbero state le sensazioni fisiche e corporee che avrei dovuto sentire, io invece non ho mai avuto ne una nausea ne nessun altro malore, anzi il mio corpo era strepitosamente “in forma”, la mia testa sempre molto impegnata sul lavoro di giorno e poi la sera spesso assorta in letture che potessero accompagnarmi nell’incredibile esperienza di gravidanza e parto. Ogni tanto a ricordarmi che il mio corpo si stava appesantendo ci pensava il nervo sciatico, unica parte del mio corpo che a volte non aveva voglia di collaborare. Psicologicamente stavo benone, solo un po’ di tensione e paura nei giorni che hanno preceduto e seguito l’amniocentesi. Per il resto la testa era veramente leggera e mi appassionavo sempre più in letture che sentivo mi avrebbero aiutato. “La gioia del parto” di Ina May Gaskin è stata una lettura illuminante che ha allontanato quelle piccole paure che ogni tanto sorgevano. Così in un soffio sono trascorsi 9 mesi, anzi per dirla tutta sono trascorse 41 settimane. Una sera di fine estate, con un insolito vento gelido, la piccola Eleonora ha deciso che era giunto il momento di uscire dalla sua casa nella pancia per venire ad abitare qui fuori con papà e mamma. Ho perso il tappo nel tardo pomeriggio, verso sera ho iniziato a sentire delle contrazioni, sopportabili ma molto regolari, verso le 23.00 abbiamo deciso di andare a vedere in ospedale se era giunto il momento. Arrivo, mi visitano e mi rimandano a casa, è troppo presto! Quindi torniamo a casa, mentre io sento che i dolori diventano un po’ più intensi.  Mi metto sul divano, il papà ogni tanto mi massaggia, poi il vento freddo arriva a disturbare quindi decido di mettermi nella mia vasca da bagno, il papà la prepara con abbondante acqua calda, le contrazioni continuano ed io, ripensando al libro, cerco di visualizzare il momento del parto, respiro intensamente e con la bocca aperta. Alle 5 della mattina sento voglia di spingere, è arrivato il momento di tornare in ospedale. Arriviamo alle 5.30, mi visitano e la mia dilatazione è di 7cm. Mitico! Penso, fino a qui tutto bene, adesso arriva il momento impegnativo. Dopo la visita preparano la vasca per il parto e dopo altre 2 ore di travaglio, alle 7.37 della mattina Eleonora nasce. Che sensazione, così strana! Anche questa diversa da tutti i racconti delle mamme.  Ero felice di aver finito questa “maratona” ed un po’ stranita nell’incontro con questa nuova persona che sapevo avrei dovuto amare dal primo istante, ma la sua vista mi ha scatenato un sentimento incredibile, mai provato, gioia ma anche inadeguatezza e un po’ di sorpresa  nel vedere una persona diversa da come me la immaginavo, era bellissima.
Trascorriamo le prime ore con il papà in una stanza, poi ci portano in reparto. Tre giorni di ospedale volano e arriva presto il momento di andare a casa. Io sono serena, se la gravidanza è andata così bene ed il parto è stato praticamente una passeggiata vuol dire che il peggio è passato, da ora in avanti sarà sicuramente facilissimo e in fondo basta solo un po’ di impegno e positività. Entriamo in casa ed io presento ad Eleonora tutte le camere facendole fare il giro con calma e spiegandole esattamente dove siamo. Alla fine del tour ci fermiamo  tutti e 3 in sala. Sempre forte delle letture fatte in gravidanza, voglio seguire le indicazioni di un altro libro (“Il linguaggio segreto dei neonati” di Tracy Hogg ) quindi dopo 3 ore di nanna sveglio Eleonora ed è da quel momento che lei inizia a piangere per smetterla quando alle 2 di notte si addormenta stremata, dopo aver pianto per tutto il pomeriggio e non aver mai mangiato. Io non dormo, inizio a pensare a come “risolvere la situazione”. Per fortuna la mia ginecologa mi aveva parlato delle Doula, donne e madri che possono aiutare altre madri ad affrontare serenamente il puerperio.
Penso, mannaggia perché non ci ho pensato subito, adesso ad inizio Agosto chi vuoi che ci sia? Chiamo comunque lo studio della ginecologa e chiedo AIUTO.  Dopo un paio di ore arriva Simona, mentre Eleonora sta ancora dormendo. Arriva e già mi sento più sollevata, eccola, lei, posso dirle tutto, chiederle tutto ed anche lamentarmi senza temere giudizi!
Entra mi sorride ed io la tempesto di domande, lei con pazienza risponde a tutto con calma ed incoraggiandomi.  Spesso anche quei piccoli silenzi mentre io interagisco con Eleonora sono così consolatori e di grande aiuto. Parliamo di tutto, di quello che avrei voluto che fosse e di come quello che è arrivato è anche meglio. Il mio seno è dolorante dopo tutte quelle ore trascorse da quando Eleonora si è addormentata, Simona mi spiega anche come svuotare a mano il seno.  Così in un soffio trascorrono le prime due ore con la mia cara Doula, prima che se ne vada programmiamo gli incontri successivi. Esce da casa nostra portandosi via tutto il peso e l’ansia che avevo accumulato nel primo giorno a 3 nella nostra casa. Mi sento più sollevata e soprattutto libera quel senso opprimente di inadeguatezza.
Simona mi ha capita e sostenuta, stavamo insieme senza mai guardare l’orologio e parlavamo di tutto, lei mi dava mille consigli pratici e spesso ci trovavamo a parlare anche di tutto il carico psicologico che ti assale nel passaggio dalla condizione di figlia a quella di madre.  Lei ha capito quanto fosse indispensabile per me leggere durante questa esperienza e mi ha portato una lista di libri utili. Ho iniziato a comprarli e leggerli voracemente, tenendo ben presente che non esiste un manuale per “genitori perfetti”.
Di tanti discorsi affrontati con Simona una frase mi ha illuminato e mi ha fatto svoltare, TU SEI IL MEGLIO PER TUA FIGLIA.  Ancora oggi, quando arriva lo sconforto o mi assalgono i dubbi, mi fermo,  respiro e ripenso a quello che mi ha detto e vado ad istinto sapendo che voglio solo il bene per mia figlia.
Con Simona ho trascorso 25 ore, abbiamo parlato di tutto, abbiamo medicato il cordone, abbiamo riso, abbiamo fatto il bagnetto, tirato il latte, pianto, mangiato, giocato, letto ma soprattutto io ho imparato a vedermi come mamma e ad essere orgogliosa per aver fatto la scelta giusta, chiedere aiuto.
Quello che mi rimane di questa esperienza è una amica, perché questo è quello che è diventata la mia Doula, una AMICA, siamo rimaste in contatto ed ancora oggi se ho bisogno di consigli e conforto so che posso parlare con lei che ha condiviso con noi un’esperienza tanto importante e che è stata indispensabile nell’avvio sereno della mia vita da mamma.
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