1 dicembre 2011

Parto dolce... ma qual’è la ricetta giusta?

Ok, siamo nate per essere delle ottime cuoche. Ma il compito rimane arduo: preparare un dolce usando il sale. Senza scoraggiarci, valuteremoo quali altri ingredienti aggiungere e li doseremo al punto giusto. Riusciremo ad ottenere una torta, se non squisita, quanto meno commestibile. Al momento di assaggiarla, poi, invece di star da sole concentrate su “quale gusto strano” abbiamo ottenuto, potremmo essere in amorevole compagnia. Le persone che abbiamo scelto per la degustazione, persone che conosciamo e di cui abbiamo fiducia, ci ripeteranno che il gusto è originale, che siamo state davvero brave, fantasiose e capaci. A quel punto potremmo persino essere contente di noi stesse.
Così nel parto. Secondo la teoria del controllo delle porte del dolore, è possibile dosare gli stimoli sensoriali piacevoli in modo da distrarre il cervello dal dolore delle contrazioni. Non è importante sapere come funziona il nostro cervello durante il travaglio scendendo nel dettaglio di ossitocina, endorfine, ipotalamo, corteccia celebrale. Piuttosto basta tenere a mente che, in base ai bisogni di ciascuna donna in travaglio, al dolore si potrà aggiungere anche un po’ di  piacere. La presenza amorevole di persone su cui possiamo fare affidamento, una doccia calda, la musica preferita, un massaggio, il profumo rassicurante di un olio essenziale che ci piace, una carezza, una buona parola: i cinque sensi della donna in travaglio sono realmente aperti. Tutto potrebbe aiutare la partoriente a percepire positivamente l’esperienza che sta vivendo. Perchè, come è già stato ampliamente dimostrato anche dalle neuro-scienze, nel parto dolore e piacere viaggiano su due binari paralleli. Nel cammino della nascita bisogna solo fare in modo che tutto il peso del treno non poggi sul binario dolente.